Kiriko
Kiriko Kamori, custode del santuario Kanezaka e figlia dell'ex maestra di spada degli Shimada, incanala le sue abilità sia spirituali che da ninja per curare la propria città spezzata.
Supporto
Kanezaka, Giappone
7 lug (Età: 21)
Abilità
Ofuda di Cura
Incanali un'ondata di talismani curativi che inseguono gli alleati bersaglio.
Kunai
Proiettile da lancio a lunga gittata.
Passo Rapido
Ti teletrasporti direttamente da un alleato.
Suzu di Protezione
Lanci un portafortuna protettivo per rendere gli alleati momentaneamente invulnerabili e purificarli da buona parte degli effetti negativi.
Scatto Kitsune
Evochi lo spirito di una volpe che scatta in avanti, accelerando la velocità di movimento, la velocità d'attacco e i tempi di recupero degli alleati presenti lungo la sua scia.
I tasti predefiniti per PC visualizzati qui di seguito possono essere configurati in gioco.
Storia
Kiriko ha imparato la letale arte dei ninjutsu da sua madre, Asa. Dopo la caduta del clan Shimada, il loro clan rivale, gli Hashimoto, prese come ostaggio il padre di Kiriko. Per la sua sicurezza, Kiriko andò a vivere con sua nonna, che le insegnò le arti della guarigione. Sono passati anni, e ora Kiriko è tornata a casa per liberare la sua comunità dal giogo crudele degli Hashimoto.
L'infanzia di Kiriko fu plasmata dalle diverse figure potenti della sua vita. Spazzava il pavimento del santuario Kanezaka per sua nonna, imparando nel frattempo il legame con lo Spirito della Volpe. Suo padre era un noto fabbro per gli Shimada, mentre sua madre Asa era la loro maestra di spada. Ecco perché Kiriko fu addestrata assieme a Hanzo e Genji Shimada. Kiriko venne trattata come un membro della famiglia, e Genji era particolarmente affezionato a lei. Condividevano il gusto del combinare guai, rubacchiando dolci dalla cucina e tirando scherzi a chiunque fosse troppo noioso per apprezzare il loro umorismo. Genji le mostrò tutti i nascondigli del castello degli Shimada, portandola persino alla sala giochi locale.
Ma il mondo pacifico di Kiriko avrebbe presto avuto fine.
All'età di dodici anni, il capo del clan, Sojiro Shimada, fu assassinato dal clan rivale degli Hashimoto. Tra le voci infurianti a Hanamura e Kanezaka sulla presunta dipartita di Genji e sulla fuga di Hanzo, gli Hashimoto salirono al potere.
Gli Hashimoto riconobbero la possibile minaccia della famiglia di Kiriko e agirono in fretta, rapendo suo padre e costringendolo a realizzare armi per il clan. Sola e con le mani legate, Asa non ebbe modo di reagire. Per proteggere sua figlia, mandò Kiriko a vivere dalla nonna e cambiò il suo cognome in Kamori.
Sotto le cure della nonna, Kiriko stringe un profondo e duraturo legame con lo Spirito della Volpe, facendo da sua sacerdotessa. Ma quando sua nonna passò a miglior vita, Kiriko venne a sapere dei problemi dei suoi genitori e del crescente dolore che gli Hashimoto stavano infliggendo a Kanezaka. Da Tokyo, Toshiro diede supporto a Kiriko dando informazioni ad Asa tramite delle lettere scritte a mano. Dopo aver vissuto per anni sotto le ingiustizie degli Hashimoto, Kiriko giurò di riportare la pace nella sua città.
Kiriko non era l'unica a voler mettere fine agli Hashimoto. Un gruppo di giovani combinaguai che si facevano chiamare gli Yōkai di Hanamura stavano facendo tutto il possibile per ostacolare il clan, principalmente grazie a piccoli atti vandalici. Con l'astuzia di Kiriko e la sua capacità da leader nata, gli Yōkai divennero sempre più una spina nel fianco per gli Hashimoto. Presero d'assalto le attività degli Hashimoto, ostacolarono i rifornimenti, compromettendoli costantemente con attacchi strategici. Ma non importa quanto ferocemente cerchino di reagire gli Hashimoto, gli Yōkai sembrano sfuggire loro tra le mani. Forse è grazie agli abitanti di Kanezaka che proteggono la propria gente, o forse la piccola banda è davvero potente come gli spiriti da cui prende il nome.
A prescindere da quale sia la verità, Kiriko continua a lottare, sia per riconquistare la pace che le tolsero gli Hashimoto tempo addietro, sia per liberare il popolo di Kanezaka da un futuro di paura.